mercoledì 6 gennaio 2010

I bambini si stancano a spiegare sempre tutto


I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta” (da Il Piccolo Principe)

Sarà la proposta divertente, gioiosa e giocosa; sarà l’immagine bella e pulita dello sport; saranno i media che lo presentano con valori e caratteristiche di altri tempi, vissuto da guerrieri valorosi e leali… ma il fatto è che ogni volta che mi appresto a proporre il rugby ai bambini nelle scuole elementari e medie, riscontro subito molto interesse e successo.
In tanti mi dicono che avrebbero piacere di far parte di una vera squadra, magari dei nostri Orsi del PalaDonBosco, ma immancabilmente i sogni e i desideri di questi bambini e ragazzi vengono tarpati dai genitori.
Le scuse, riferite poi dai bambini stessi, sono molteplici, talvolta singolari e… patetiche: “Preferirei giocassi a calcio”, “poi ti saltano tutti addosso”, “è uno sport violento”, “non sei grosso abbastanza”, “non è uno sport per femmine”, “non ho tempo per portarti”, “sei troppo piccolo”, “poi ti fanno male”, “non se ne parla nemmeno”… Lo scoglio da superare sembrerebbe un po’ troppo grosso ma continueremo a provarci, anche perché chi poi è venuto non se ne è più andato e i genitori prima scettici o contrari hanno avuto modo di ravvedersi e di appassionarsi al nostro sport, praticato veramente da giocatori coraggiosi e leali, a prescindere dalle dimensioni del fisico e del sesso.
Bambini e genitori ammagliati dallo stile del gioco, sebbene con motivazioni sicuramente differenti, abbracciano gioiosamente questo nuovo modo di praticare sport, dove tutti sono, a tempo debito, o tutti attaccanti o tutti difensori, nessuno deve necessariamente “stare lì e non muoversi dalla sua zona”, o “guai a superare il centrocampo”, dove tutti per far sostegno non alzano la mano per dire “ci sono passa qua” ma mettono tutto loro stessi per aiutare il compagno di squadra, andando nel minor tempo possibile, proprio fisicamente a stringersi al compagno, imparando così il valore del sacrificio per l’altro e il gruppo, coinvolti dal rispetto che vige in campo e fuori, per i rapporti che si instaurano con gli avversari, l’arbitro e gli spettatori.
Vorremmo che lo sport e in particolare il rugby fosse una vera scuola di vita e stiamo provando a far sì che tutti abbiano la possibilità di fare almeno un tentativo per entrare a far parte di questo gruppo.
Cari genitori, fatevi spiegare una volta di più dai vostri figli cosa vuol dire andare a fare sport per divertirsi e crescere nella lealtà e nel rispetto, e date la possibilità di fare almeno una prova per vedere se tutto questo possa in qualche modo migliorare la loro vita e magari anche la vostra.

2 commenti:

Elena T. ha detto...

Che poi è così bello vedere i bambini felici di impegnarsi in qualcosa che a loro piace!

Anonimo ha detto...

questo e vero perche tutti fanno riferimento al rugby professionistico ove li davvero si fanno "male". quello che nn riesco a capire e perche nn lasciar fare ai propi pargoli una esperienza nuova, magari potrebbeo assistere anche loro agli allenamenti cosi capirebbero che nn siamo dei barbari che ci fracassiamo solo di botte ma siamo un perfetto ordine in quel che sembra disordine

spartano

"....la piu' bella vittoria l'avremo ottenuta quando le mamme italiane spingeranno i loro figli a giocare al rugby se vorranno che crescano bene, abbiano dei valori, conoscano il rispetto, la disciplina e la capacita' di soffrire. Questo e' uno sport che allena alla vita."

John Kirwan ex allenatore nazionale italiana e giocatore degli All Blacks