giovedì 15 settembre 2011

CODICE Diego...

Diego ha rilasciato una lunga intervista a “Sette”, oggi in edicola. Si parla ovviamente anche di Mondiali, ma li ho lasciati volutamente da parte. Trovo molto più interessante che su un magazine a larga diffusione popolare, letto soprattutto da non-rugbisti, si parli di comportamento e regole di gioco/vita. Un estratto..
(…) Appena ci sediamo gli ricordo uno spot televisivo in cui si alternavano le immagini di rugbisti imbufaliti e tostissimi con quelle dei calciatori simulatori e fighettini. Con una certa soddisfazione l’ex numero 10 italo-argentino sentenzia: «Nel rugby, se un giocatore fa finta di ricevere un fallo, viene preso a calci dai suoi stessi compagni. È proprio impensabile». Ride. Dominguez è stato uno dei migliori realizzatori del pianeta e sostiene che il rugby sia uno sport portatore sano di civiltà: «C’è un codice che torna utile nella vita di tutti i giorni. È fatto anche di regole non scritte».
Quali regole?
«Rispettare l’avversario, aiutare il compagno e non protestare mai con l’arbitro».
Proprio come nella serie A di calcio, dove si sputa addosso all’avversario, si litiga col compagno perché non ti ha passato la palla e all’arbitro, nella migliore delle ipotesi lo sì manda a…
«Se non si rispettassero certe regole non si potrebbe giocare a rugby».
Perché?
«Sarebbe un massacro. Un contatto fisico così duro e così intenso ha bisogno di un codice di comportamento ferreo. L’arbitro è sacro». (…)
Siete in trincea per non far diventare il rugby come il calcio?
«Sì, perché sarebbe terribile. E sarebbe impossibile giocarlo».
Si diventa ricchi giocando a rugby?
«Direi proprio di no».
Però si cominciano a vedere anche nel rugby giocatori/modelli, semistar dello showbusiness.
«Non esageriamo, c’è solo qualche testimonial più visibile. Il rugby ormai spopola anche in
Italia. È esploso anche tra i bambini. Ed è lì che dobbiamo stare attenti: prima erano solo i rugbisti a portare i figli a giocare e il codice comportamentale veniva trasmesso tra le mura domestiche: l’importanza del gruppo, la lealtà, il rispetto dell’allenatore…Ora si avvicinano ai campi da rugby anche bambini con genitori che pensano di poter insultare l’arbitro dalla tribuna… come nel calcio». (…)
La tua prima volta su un campo da rugby?
«A sei anni. In Argentina c’è un club di rugby in ogni quartiere e poi avevo degli zìi rugbisti… Mentre mia madre mi accompagnava in macchina al primo allenamento un camion ci travolse. Ne uscimmo bene».
L’Argentina è anche una delle patrie del calcio.
«Il sabato giocavo a calcio e la domenica a rugby. Poi a sedici armi ho scelto la palla ovale».
Sei diventato subito professionista?
«Scherzi? Fino ai miei 21 anni ho pagato per giocare». (…)
Calciatori adatti al rugby? Cassano, Balotelli…
«Nooo. E che ci fai con quelli? Meglio Maldini. O Gattuso, che non molla mai. Morde e soffre
senza lamentarsi». (…)
FONTE:http://ilgrillotalpa.wordpress.com/2011/09/15/codice-dominguez/

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"....la piu' bella vittoria l'avremo ottenuta quando le mamme italiane spingeranno i loro figli a giocare al rugby se vorranno che crescano bene, abbiano dei valori, conoscano il rispetto, la disciplina e la capacita' di soffrire. Questo e' uno sport che allena alla vita."

John Kirwan ex allenatore nazionale italiana e giocatore degli All Blacks