venerdì 10 febbraio 2012

Ce l'ha con RUGBY e RUGBISTI...


 Fred, quello simpatico


"L'idiota" è prima di tutto il titolo di un romanzo di Fedor Dostoevskij e deve il suo successo alla rappresentazione di un personaggio splendidamente candido e talmente buono da poter essere considerato dal mondo corrotto appunto un idiota. Perchè idiota alla maniera del dizionario ha il significato di "stupidità, imbecillità" . 
Sul settimanale "Tempi" scrive un tipo che si firma come la marca di un paio di jeans, un tipo che ciclicamente ogni quattro mesi scrive qualche riga sitibonda contro il rugby e la sua gente, mette insieme la cronaca politica con la palla ovale e giudica, sentenzia, crocifigge. Così il tipo, Fred Perry, ha colpito ancora sul numero 5 di questo 2012, in apertura del Sei Nazioni. Dice il Fred "non ho niente contro il rugby e contro i rugbisti..." e poi continua "però ho molto contro l'ambiente che sta dietro il rugby" ovvero contro il rugby ed i rugbisti. Insomma il tipo, signori e signori, ce l'ha con noi.   
Continua Perry "da sempre non esiste uno sport in Italia così esaltato, innalzato, beatificato come il rugby". Evidentemente noi ovali non ce ne siamo accorti ma andiamo in prima serata tutti i santi giorni.
Il Perry passa dalla solita anticamera del "penso non ci sia uno sport dove la sperequazione tra aspettative (indotte falsamente) e risultati ottenuti sia così ampia" ed arriva finalmente al giudizio universale. Il suo ovviamente.
Eccolo il Fred Perry che accosta il rugby a "simpatici intellettuali, comici, pensatori, artisti d'arte varia, che da decenni giudicano il paese, dividono noi tutti in buoni e cattivi, danno la linea, ironizzano su chi non la pensa come loro, stabiliscono chi è degno e chi no. E puntualmente non contano un piffero, non smuovono un voto, non condizionano mai realmente la vita pubblica, saranno amanti della palla ovale pure loro?" . Che baraonda, caos, bolgia di parole, metafora spenta, falsa, scritta con l'ausilio di un ottimo scotch. Troppo.
Io amo il principe  Myskin, l'eroe di Dostoevskij,  non ce l'ho con quelli come Fred Perry ma ce l'ho con tutto l'ambiente che ci sta dietro. O Myskin o loro.  Gente che concepisce lo sport non come un gioco ma come una irrinunciabile vittoria, gente che copre l'invidia con la ipocrisia della confusione, gente che non ama le feste se non è invitata come ospite d'onore, anime sole che non amano coloro che hanno voglia solo di stare insieme uniti intorno allo stesso fuoco.
Perchè quella gente li non ha capito perchè si va in 70.000 alll'Olimpico a vedere l'Italia del rugby, che tutti vorrebbero vincere ma prima godere della pienezza della condivisione, della pulizia del gioco, del rispetto per l'avversario. Cose che mancano nella vita di tutti i giorni, coperta dal livore di qualche  pennivendolo, dal moralismo laicizzato, dalla necessità di sopravvivere alla solitudine della televisione, della politica barbona, della stampa incompetente.  Il rugby è sopra le righe rispetto ai risultati ? Se lo fosse, esaltare un Valore non è più cosa buona? Il rugby, insieme a tanti sport minori sta facendo un piccolo miracolo, sta ricordando a molti il piacere di "giocare" e poi speriamo di vincere che così la birra la paghi tu. Semplicemente.
Allora, romanzo o dizionario ? Ma cosa volete che ne sappia un paio di jeans di Dostoevskij.


FONTE:http://www.ilneroilrugby.com/

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"....la piu' bella vittoria l'avremo ottenuta quando le mamme italiane spingeranno i loro figli a giocare al rugby se vorranno che crescano bene, abbiano dei valori, conoscano il rispetto, la disciplina e la capacita' di soffrire. Questo e' uno sport che allena alla vita."

John Kirwan ex allenatore nazionale italiana e giocatore degli All Blacks