lunedì 13 ottobre 2008

Una tesi interessante sulla PETRELLA...





E così il presidente francese Sarkozy non rimanda in Italia Marina Petrella per ragioni umanitarie. Marina Petrella, brigatista condannata all’ergastolo per omicidio e altri reati vari, era riparata in Francia nel 1993 giusto per non scontare in cella i suoi numerosi peccati. Lì, in Francia, protetta dalla “dottrina Mitterrand” (asilo per i terroristi a patto di non compiere reati su suolo francese) se l’era passata abbastanza bene in tutti questi anni. Sei anni fa l’Italia aveva richiesto l’estradizione e l’anno scorso la Petrella era stata arrestata dalla polizia francese. Fine delle presentazioni.

Da un po’ di tempo la Petrella non sta bene: è stata scarcerata e posta in stato di libertà vigilata in un ospedale dove viene alimentata con un sondino. Ora Sarkozy (dopo che in un primo tempo aveva aderito alle richieste italiane) ha dichiarato che non rimanderà la Petrella in Italia (dove l’attende la giustizia degli uomini) per “ragioni umanitarie”.

Una motivazione questa che davvero dovrebbe offendere tutti gli italiani di buona volontà. Neanche l’Italia fosse la Cambogia dei Khmer Rossi o l’Afganistan dei Talebani. Anche in Italia, come in tutti i paesi civili, i detenuti malati vengono curati con tutti i riguardi. Ma evidentemente il presidente Sarkozy si è un po’ distratto per non sapere che l’Italia è uno dei paesi più “umanitari” che esista al mondo. Ed è strano che la moglie Carla Bruni, italiana di Torino, non gliel’abbia detto. L’Italia non teme davvero confronti sul piano umanitario almeno per quanto riguarda terrorismo e terroristi.

Evidentemente Sarkozy che accampa quelle scuse per non rimandarci la Petrella, non solo non è stato infornato da Carlà, ma forse non legge neppure i giornali italiani. Perché sennò si sarebbe accorto che proprio in questi giorni in Italia si dibatte proprio di terrorismo e terroristi. Neri in questo caso, non rossi come nel caso della Petrella.
Protagonista del più recente dibattito Francesca Mambro, terrorista dei Nar (Nuclei armati rivoluzionari) che ha appena ottenuto la libertà condizionale fino al 2013 dal tribunale di sorveglianza di Roma. Fra cinque anni, in assenza di altri reati, la pena che ancora deve scontare sarà estinta.
Ora per Sarkozy e altri nelle sue condizioni di “non conoscenza”, si deve ricordare che la Mambro per tutto quello che ha fatto da sola e col compagno Giusva Fioravanti, è stata condannata per omicidi vari (riconosciuta colpevole anche della strage di Bologna, 2 agosto 1980) a ben sei ergastoli e 84 anni di galera. Per sedici anni è rimasta chiusa in carcere, dieci li ha trascorsi in regime di semilibertà, ora è pure arrivata la libertà condizionale.

Questo per quanto riguarda il terrorismo nero. Per quanto riguarda il terrorismo rosso, quello delle Brigate che hanno seminato la morte per tutti i famigerati anni di piombo, non se ne parla nemmeno.Tutti (o quasi, forse in galera ce ne saranno un paio) liberi e vegeti, orgogliosi forse di aver partecipato ad una delle pagine più buie della storia d’Italia ed essersela cavata a buon mercato (se non sbaglio un terrorista è riuscito ad arrivare anche in Parlamento).
Le famiglie delle vittime degli atti di terrorismo per tutti questi anni hanno continuato a protestare (e giustamente); le leggi e la magistratura hanno continuato a rimettere in libertà mandanti ed esecutori.
Allora, egregio presidente Sarkozy, dica lei sarà o non sarà “umanitario” un paese come l’Italia? Potrebbe o non potrebbe rimandarci senza troppi patemi d’animo o rimorsi di coscienza la “compagna che ha sbagliato” Marina Petrella? In definitiva l’ex br ha un solo ergastolo da scontare... Dunque Presidente, per favore non ci offenda con le sue giustificazioni. Se la tenga la Petrella e la tratti come vuole. Gli italiani per bene, gli italiani onesti, gli italiani che hanno vissuto giorni orribili sono già stati troppo offesi da anni e anni di cieca, insensata crudeltà. In giro per l’Italia, a fare conferenze, a spiegarci la bontà della lotta armata, a scrivere libri, a raccontarci perché Moro doveva essere ucciso, a spiegarci perché la vita di un agente di polizia o di un sindacalista non aveva nessun valore rispetto alla Storia, ci sono già troppi cattivi maestri. Cattivi? Di più, perfidi. La Petrella può restare dov’è, non ne sentiremo la mancanza.

2 commenti:

eraclix ha detto...

@beh io sono per la certezza della pena che in italia non esiste..La certezza della pena per i brigatisti?!(non ho mai definito ex nessun terrorista)IL CARCERE DURO A VITA.Ma come dice l'autore del post da noi fanno conferenze come se fossero partigiani...

Anonimo ha detto...

Coloro che parteciparono prima alla strage di via Fani, e poi all'omicidio dell'On Aldo Moro sono adesso tutti a piedi libero, in un regime di semi libertà, quelli che sono ancora in vita, molto presto verranno anche rilasciati i componenti del gruppo di fuoco che trucidò a fine anni 90 il collaboratore dell'allora ministro Bassolino, (D'Antona) ed in seguito il dottor Marco Biagi, senza che si siano mai pentiti o chiesto perdono alla famiglia delle vittime.
Adesso io mi chiedo questo, perchè quell'idiota di ex pseudo magistrato di mani pulite non s'indigna dei suoi ex colleghi e della legge che riporta in libertà della feccia umana, gente che non ha pensato ad altro che a distruggere persone e famiglie colpevoli solo di lavorare per uno stato che non è stato in grado e non ha voluto proteggere quei poveri disgraziati, umili servitori di uno stato imbelle

"....la piu' bella vittoria l'avremo ottenuta quando le mamme italiane spingeranno i loro figli a giocare al rugby se vorranno che crescano bene, abbiano dei valori, conoscano il rispetto, la disciplina e la capacita' di soffrire. Questo e' uno sport che allena alla vita."

John Kirwan ex allenatore nazionale italiana e giocatore degli All Blacks