martedì 27 gennaio 2009

Il Talmud, La Shoah e il conflitto Israelo-Palestinese (Parte Seconda)



E così continuando a navigare su internet per avere maggiori notizie sul Talmud e sul sacro libro dell'ebraismo mi son ricordato di una certa frase del libro ebraico

"Chi salva una vita salva il mondo intero" e così, inserendo questa frase nel motore di ricerca ho trovato una cosa molto interessante


Chi sono i Giusti dell'Islam?
La celebre frase del Talmud «Chi salva una vita salva il mondo intero», compare anche nel Corano. Circa 22mila «Giusti tra le nazioni», tra i quali figurano anche quelli di settanta musulmani.

I figli di Abramo - ebrei cristiani e musulmani - hanno spesso mostrato nel corso del tempo di avere ben scarsa consapevolezza di questa loro radice comune, giungendo a sviluppare talvolta forme di tensione e di conflittualità anche estreme, sfociate in drammatiche conseguenze delle quali, come quasi sempre accade, hanno pagato il prezzo i più deboli e indifesi, ossia chi si è trovato di volta in volta ad essere il diverso, la minoranza, l’infedele di turno. Da questo punto di vista, la Shoah ha rappresentato senza dubbio la manifestazione più parossistica di quanto, prendendo a pretesto l’appartenenza di un presunto nemico a una determinata religione, si possa giungere alla totale negazione dei caratteri costitutivi e imprescindibili della stessa natura umana. Non sarebbe tuttavia onesto dimenticare che, proprio in quella tenebrosa pagina della storia, taluni hanno saputo davvero eroicamente rendersi testimoni di valori assoluti, non certo a dispetto ma in forza della propria fede vissuta senza ambigui particolarismi. Gli stessi discendenti delle vittime della Shoah hanno avvertito l’esigenza di salvare dall’oblio queste storie straordinarie, come dimostrano i nomi dei circa ventiduemila «Giusti tra le nazioni» censiti dallo Yad Vashem, il memoriale della Shoah a Gerusalemme, tra i quali figurano anche quelli di settanta musulmani. Essi, in nome dei principi stessi dell’islam, si adoperarono per salvare la vita ad alcuni ebrei durante la persecuzione. La celebre frase del Talmud «Chi salva una vita salva il mondo intero», compare infatti anche nel Corano. Per far conoscere queste vicende anche al pubblico italiano, il PIME ha realizzato quest’anno una mostra intitolata «Giusti dell'islam», che in 25 pannelli ne ricorda i protagonisti: due bosniaci, tre albanesi, due diplomatici turchi e un iraniano, ma anche un arabo (il tunisino Khaled Abdelwahhab) che lo storico ebreo americano Robert Satloff ha proposto ufficialmente allo Yad Vashem come candidato ad essere incluso tra i «Giusti tra le nazioni». La sua ricerca è cominciata dopo l’11 settembre e lo ha condotto a soggiornare a lungo nei paesi arabi per raccogliere testimonianze di una realtà che paradossalmente sembra imbarazzare entrambe le parti in causa. Dopo la nascita dello stato d’Israele e in seguito al conflitto che ne è derivato, infatti, potrebbe sembrare stonato enfatizzare simili episodi che invece, a ben guardare, aiutano a vantaggio di tutti a tenere presente che non si tratta affatto di una guerra di religione, ma di una disputa tra due nazionalismi che solo incidentalmente si rifanno a fedi diverse, del resto strettamente imparentate. Nel libro e nella mostra sono inoltre documentati avvenimenti recenti che si pongono sulla stessa linea: la realizzazione di un museo della Shoah aperto a Nazareth da un avvocato musulmano, il pellegrinaggio interreligioso ad Auschwitz promosso nel 2003 dal sacerdote greco-melkita Emile Shoufani e la donazione degli organi di un ragazzo palestinese ucciso a Jenin a favore di beneficiari israeliani. Anche nell’altro senso sono accaduti fatti analoghi, ben poco rimbalzati sui media, come altre donazioni di organi o l’impegno dell’organizzazione umanitaria ebraica di Sarajevo “La Benevolencija” che ha aiutato con cibo, medicinali e vestiario tutti, indipendentemente dalla loro confessione religiosa, e ha assistito nell’evacuazione ben millecinquecento persone non di religione ebraica, molte delle quali musulmane.

Fonte: Il Sole 24 Ore

Allora inviterei questo qualcuno prima di asserire certe cose che di veritiero hanno ben poco di non limitarsi a cercare solo quello che può far comodo ma di spaziare e di andare fino in fondo alla ricerca della verità per evitare di cadere nlla bieca ottusità del razzismo e dell'odio razziale che è ancora vivo oggi.

20 commenti:

kosovaro ha detto...

bravo romoletto.
questa è la direzione giusta!
...è curioso come, solo dopo mille polemiche, hai riproposto nel particolare quello che io volevo intendere per un discorso molto più ampio.
un grosso problema della nostra società è che siamo manipolati dall'informazione, ma le verità sono sotto gli occhi di tutti, solo che preferiamo credere alle menzogne, sapendole tali, solo per non perdere i privilegi acquisiti e tacere le coscienze.
...si dice che il vero potere, oggi, consiste nell'informazione.
è vero, chi GESTISCE l'informazione raggiunge un grande potere, perchè le verità diventano quelle divulgate.
è sempre stato così.
la chiesa ha manipolato l'informazione per secoli.
per questo ho smesso di guardare la tv e di leggere i giornali.
...e nonostante ciò, sono comunque sempre aggiornato sui palinsesti televisivi, come mai?
perchè questo strumento lobotomizzante è onnipresente e sempre attivo: non si stanca mai!
al lavoro, al bar, adesso persino al supermercato, alle poste, dal dottore e in alcune banche (ma tra un pò temo arrivi proprio ovunque), per ingannare l'attesa di code kilometriche, c'è lei a farti compagnia!
fate una prova: osservate la faccia della gente quando guarda la tv, poi ditemi le vostre impressioni.
ci sarà da ridere...sempre che riusciate ad uscire da quello stato di "catalessi ipnotica" che induce.
tornando al discorso, ormai penso che non esista una corretta informazione, per questo non giudico mai, nessuno.
è normale che sia anch'io soggetto ad antipatie e simpatie, è altrettanto ovvio che spesso perdo le staffe ed esagero, sbaglio spesso, però, caratterialmente, cerco sempre di mettermi nei panni degli altri, al di là di come le cose possono sembrare e senza pretendere di poter determinare in assoluto il giusto e lo sbagliato.
allora - non so se siete d'accordo - preferisco concentrarmi sull'immediato, nel mio ambito e per quello che riesco a fare.
non credo nei "condottieri", "messia" e capipopolo vari, la società sarà migliore solo quando ognuno di noi si applicherà per esserlo, perchè per un profeta vi sono milioni di profani.
...e siamo noi.

marco.

kosovaro ha detto...

...aggiungo ancora che però non dovresti infervorarti così tanto pure tu che spesso ti sei lasciato andare a commenti poco edificanti.
mi piace che un qualsiasi argomento spazi a 360°, non solo dall'ottica dell'osservatore, ma queste diversità possiamo sfruttarle per completarci ed aiutarci vicendevolmente (come nel rugby...), o per discriminarci, sminuire e prevaricare sugli altri (come nella società attuale).
perciò mi auguro che non ne faccia sempre una questione personale ma, con le abilità che solo tu possiedi, con le abilità che ognuno di noi solo possiede, remare tutti nella stessa direzione.
...se poi, distrattamente, a qualcuno scapperà un colpo di pagaia nel senso opposto, nella massa non si nota!
...magari.

marco.

Elena T. ha detto...

Ancora??
Io non ne posso più di questo argomento!
Non leggo. Come non ho letto tutti gli ultimi post in questione.
Oggi c'è il sole finalmente e voglio solo pensare a cose belle!..

Anonimo ha detto...

Ma caro il mio Kossovaro, io sono un essere umano e come tale sono soggetto all'errore, guai se non fosse così,sai che piattume se tutti fossimo perfetti.
Io non ho mai avuto la pretesa di essere l'unico nel giusto o quella che è la mia idea è l'unica esatta, sono un tipo passionale che quando ritiene che il proprio pensiero sia nel giusto lo difende a spada tratta, sopratutto se vengo aggredito ed insultato con delle accuse false e tendenziose perdo la bussola ed eccedo, ma come tu ben mi conosci, sai che la cosa finisce lì.
Per Elena, guarda anche se vedi la bandiera israeliana (ed ha un suo motivo perchè è lì, oltre al fatto che io sono un sionista) è assolutamente diverso da tutti gli altri, ed infatti se lo leggerai te ne renderai conto.

Anonimo ha detto...

scusate l'anonimo sono io Romoletto

Anonimo ha detto...

grande romoletto.. e poi un post(anzi due) che si puo commentare!!...
by eraclix

Anonimo ha detto...

Il presidente della Camera critica il
prelato lefebvriano. Intervista choc
del vescovo: mai esistite camere a gas
ROMA
«Le teorie negazioniste sono sempre infami, ma lo sono ancor di più se sostenute da chi ha l’incarico religioso». Lo ha detto, a proposito della revoca della scomunica per il vescovo Richard Williamson, il presidente della Camera Gianfranco Fini nel suo intervento di apertura al convegno "Memoria: dalle testimonianze dirette al Museo della Shoah", che si tiene oggi nella Sala della Lupa a Montecitorio.

Anche Walter Veltroni, nel corso del suo intervento alla cerimonia per il Giorno della Memoria alla Camera dei deputati, si è riferito al caso Williamson. Per il segretario democratico l’Olocausto è stata una «tragedia» e «nessuno, in nessuna parte del mondo, qualunque divisa o tonaca indossi, tanto più se importante, può arrivare a negare ciò che non può essere negato». Veltroni si è detto d’accordo con le parole di Fini contro il negazionismo e, facendo implicito riferimento alle dichiarazioni del vescovo lefebvriano Williamson, ha aggiunto: «Una tragedia come quella delle Camere a gas, dello sterminio di ebrei, zingari, omossessuali, non può essere negata, nessuno ha diritto di farlo».

Ma il caso del vescovo lefebvriano, a cui il Papa ha revocato la scomunica tre giorni fa, fa discutere anche la Chiesa. «Non credo proprio che la Chiesa cattolica possa mai condividere la tesi assurda e quanto mai gratuita ed aberrante di monsignor Williamson. Questa situazione riguarda il mondo intero e non è soltanto una situazione che tocca alcuni uomini della Chiesa cattolica», assicura monsignor Rino Fisichella, intervenuto ad un convegno a Palazzo Valdina in occasione della Giornata della Memoria, a sottolineare che nella Chiesa cattolica non c’è spazio per le tesi negazioniste della Shoah. Intanto il rabbino capo della comunità ebraica di Roma, Riccardo Di Segni invoca una visita di Benedetto XVI alla Sinagoga di Roma, visita che «sarebbe, senza ombra di dubbio, un chiaro ed inequivocabile segno di distensione». Il Rabbino racconta al sito Papanews di aver inoltrato «più di un invito» in Vaticano. «Ma non ho mai ricevuto nessuna risposta, né positiva né negativa. Ma, chissà, magari questa è la volta buona
(la stampa)

Elena T. ha detto...

Romoletto, ho letto il tuo post.
C'è da dire che hai fatto davvero un bel lavoro di ricerca! Io stessa credo che non ne avrei avuta la pazienza necessaria per riuscirci..
Grande!

Volevi sapere cosa ne pensassi e io ti dico che, anche prima di leggere la tua ricerca, ho sempre pensato che questa guerra sia cercata e fortemente voluta da chi, con la scusa della religione, cerca di far vincere i propri interessi economico-geografici.
Nel mio commento al post 'La mafia dell'informazione' ho espresso il mio pensiero sul potere dei media sulle masse e su come questo viene esercitato da chi ha interesse a far risplendere la propria immagine davanti alle popolazioni. Ecco, io credo che la guerra israelo-palestinese sia molto alimentata dall'esercizio di questo potere. Tanto è vero che anche qui su questo blog vi siete divisi quasi in 'fazioni' andando dietro non solo al vostro pensiero, ma anche alle informazioni che rimbalzano dai media.
Spero adesso che questo tuo post abbia fatto chiarezza sull'argomento e che, di conseguenza, questo si possa considerare definitivamente chiuso.
Sarà che sono una donna, ma a me non piace parlare di guerra, preferisco di gran lunga l'argomento amore..

kosovaro ha detto...

...ma perchè l'amore abbia luogo prima bisogna liberarsi dell'odio, non credi?
ritengo necessaria anche una puntualizzazione: non mi sono mai schierato da nessuna parte, il senso del mio post "la mafia dell'informazione" sembra sia stato colto - se non addirittura completato - solo da te.
infine devo dire che, purtroppo, la questione non è affatto chiusa, possiamo solo limitarci a far finta di niente...
ma non è nelle mie corde.
oggi come oggi, non possiamo certo risolvere la questione palestinese e israeliana, però mi piace pensare che, nel nostro piccolo, possiamo offrire il nostro contributo per migliorare la realtà a noi più prossima e sperare che il seme germogli e fiorisca.
...alla fine penso che tutta la polemica sviluppatasi intorno a questo argomento qualcosa di buono abbia portato: i toni di romoletto sono più concilianti ed è emerso che tutti, proprio tutti, sono ritrosi alla guerra.
questa può essere una base per costruire, non credi?
vorrei aggiungere molte cose, ma sto seguento un corso per perfetti laconici ed il professore s'arrabbia se mi dilungo...
a presto.

marco.

Romoletto ha detto...

Non sei la sola a preferire l'amore alla guerra

Elena T. ha detto...

Marco, non si può togliere senza prima riempire. Altrimenti si genererebbe un vuoto anche se per poco tempo, ma il vuoto per legge fisica non può esistere.
Mi viene in mente la pubblicità di un'acqua (quella che elimina l'acqua tanto per intendersi senza fare nomi) in cui c'è un bicchiere pieno di una schifezza gialla oleosa che viene eliminata proprio immettendo acqua pulita. Il bicchiere si riempie lentamente di acqua buona fino a riempirsi e a traboccare.
Credo che occorra proprio questo: riempirsi di amore e di gesti significativi fino a traboccare, prima dentro noi stessi e poi diffondere all'esterno.
Un mio amico sacerdote dice 'Dove non c'è amore, metti amore. E troverai amore'.
E concludo con le parole del Mahatma Gandhi 'Sii il cambiamento che vuoi vedere negli altri'.
Il vero cambiamento deve avvenire dentro chi fa la guerra. La pace viene sempre da detro, mai da fuori!

Elena T. ha detto...

E allora perché stiamo ancora parlando di guerra, Romoletto??..

kosovaro ha detto...

faccio ammenda e riconosco la validità e la ferrea logica di elena alla quale non so, non posso e non voglio eccepire alcunchè.

Elena T. ha detto...

Marco, così mi fai rimanere senza parole..

Anonimo ha detto...

ma perchè ci sia pace è necessario che le parti siano in due..E invece la classe dirigente araba non farà mai la pace perchè come farebbe a mantenere calme le masse se non demonizzando qualcuno risolvendo in tal modo il problema della propria orrenda amministrazione interna o politica(bene comune) imputando il tutto con la volontà di allah o alle colpe del demonio sionistico?!.
Questo è un dato di fatto .
Kosovaro da noi l'informazione sarà snanche mafiosa(ma in molise parlate tutti così?!..tonino docet..)ma almeno esiste . Nella terra dell'islam anche moderato(?)..è una chimera.
by eraclix

Romoletto ha detto...

Eraclix, io ho fatto questi 2 posts in segno di distensione, come fà l'unica democrazia in Medio Oriente, ma se tu continui a buttarci petrolio invece di schiuma saponata farai divampare un'altro incendio.
Avanti ammettilo , sotto sotto anche tu sei un muhjiadin

Elena T. ha detto...

Ad Eraclix non è bastato il cake al cioccolato per addolcirsi..
Forse perché non si è lasciato tentare..

kosovaro ha detto...

felì, comincio a pensare che vivi per la polemica fine a sè stessa...

Anonimo ha detto...

@no non credo nei tarallucci e vino e il buonismo non mi appartiene.Anzi ricordo che è una malattia psichica.
by eraclix

Elena T. ha detto...

Eraclix, ovviamente, come in tutte le dispute, le cose si fanno in due.
Io ho parlato di amore ed odio, non di ebrei o musulmani e non l'ho fatto a caso..

"....la piu' bella vittoria l'avremo ottenuta quando le mamme italiane spingeranno i loro figli a giocare al rugby se vorranno che crescano bene, abbiano dei valori, conoscano il rispetto, la disciplina e la capacita' di soffrire. Questo e' uno sport che allena alla vita."

John Kirwan ex allenatore nazionale italiana e giocatore degli All Blacks