venerdì 13 febbraio 2009

Il giorno del giudizio....


Quindi, domani è ilgiorno del giudizio....

Giancarlo Dondi dovrà spiegare a John Hussey a che punto è l'Italia, se ci sono le due selezioni/superclub, se rispettano tutti gli obblighi richiesti dalla Magners League e dalla Fir e, quindi, se il progetto celtico potrà partire già dalla prossima stagione. Se le parole di Dondi soddisferanno Hussey, allora il più è fatto. Bisognerà solo aspettare la ratifica del Board celtico e aspettare di scoprire quali saranno le due selezioni scelte.Appunto, le selezioni. Voci, rumors, realtà, finzioni, proposte credibili, sparate mezzo stampa, sono tantissime le opzioni che si sono palesate agli appassionati. Ma quali sono?
1. La selezione romana. Rugby Roma e Capitolina sono state le prime a cavalcare il progetto. Hanno lo stadio, la logistica, la città e, probabilmente, l'appoggio politico federale giusto. Potrebbe essere una selezione privata con ampio contributo federale. Ed è una delle opzioni più probabili.
2. La selezione lombardo-emiliana. Viadana, Gran Parma, Colorno e Mantova si sono già accordati e hanno trovato il nome per la selezione. Gli Aironi. I soldi non sono un problema per Viadana, lo stadio potrebbe essere quello di Viadana o il Giglio di Reggio Emilia. La logistica è discreta, un po' meno l'attrattiva turistica, punto su cui i celti puntano molto. Ma è un progetto credibile. Che ha una grande pecca. Esiste sulla carta, perché in Federazione non è arrivata nessuna proposta concreta. E il tempo stringe.
3. La selezione veneta. Padova, Rovigo e Venezia, pur essendo fondamentalmente contrari alla lega celtica, sarebbero disposti a unirsi e a ricreare i Dogi, per mantenere il rugby che conta in Veneto. La sede dovrebbe essere Venezia, per motivi logistici e turistici. C'è, però, l'incognita Treviso. La Benetton, infatti, vorrebbe correre sola e non ha fatto nessun passo per unirsi alle tre compagini. Una mossa che potrebbe risultare fatale per entrambe.
4. Treviso. E' il chiodo fisso di Vittorio Munari, andare in Celtic League da soli. Hanno i soldi, l'esperienza e sono convinti di potercela fare. Sinceramente credo sia un'opzione impraticabile, perché ognuna delle altre è migliore da un punto di vista di crescita del movimento, del bacino e, anche, da un punto di vista turistico. Insomma, salvo clamorosi colpi di scena, è una via non percorribile.
5. Le due famose selezioni federali. A leggere i comunicati e i giornali sembrerebbero l'opzione meno probabile. Tante le alternative, troppi i privati che si sono offerti, insormontabili i pesi politici all'interno del movimento da superare. Ma. C'è un ma. Le proposte, come detto, sono tutte sulla carta. In realtà di proposte serie, concrete e credibili in Federazione ne sono arrivate ben poche, come sottolineato più volte da Dondi. Quindi? Resterebbe l'opzione di iniziare l'avventura celtica con due selezioni federali, aspettando il possibile ingresso di altre squadre italiane negli anni prossimi per creare superclub legati all'attuale Super 10. Le possibili destinazioni? Roma, ovviamente, ma anche Torino (vedi sponsor), Parma (magari legando le selezioni federali in parte ai club), Reggio (il Giglio potrebbe diventare di proprietà della Fir) o Milano.
Queste le opzioni, ufficialmente sul tavolo. Domani vedremo se si è trattato di chiacchiere da bar, se spunta l'italica capacità di riempirsi la bocca del nulla, se le guerre da orticello avranno avuto la meglio o se, finalmente, il rugby italiano saprà diventare adulto. Sono tanti, tantissimi, che hanno puntato sulla lega celtica. Si vedrà nei prossimi giorni se si trattava di un bluff, e chi ha bluffato, o se qualcuno aveva veramente le carte vincenti in mano. In molti rischiano la faccia. In primis, purtroppo, il rugby italiano. (liberamente tratto da rugby 1823)

1 commento:

eraclix ha detto...

Mi piacerebbero i "dogi" con Treviso inclusa e i "lupi" selezione romana
Emilia e mantova credo che potrebbero divenire interessanti a livello turistico se la sede fosse bologna

"....la piu' bella vittoria l'avremo ottenuta quando le mamme italiane spingeranno i loro figli a giocare al rugby se vorranno che crescano bene, abbiano dei valori, conoscano il rispetto, la disciplina e la capacita' di soffrire. Questo e' uno sport che allena alla vita."

John Kirwan ex allenatore nazionale italiana e giocatore degli All Blacks