mercoledì 4 marzo 2009

O mia bela madunina... che bono u pani ca miusa!


Quando un italiano, per telefonare e proporre un affare a un altro italiano, deve passare attraverso due questure, quella di Milano e quella di Palermo, qualcosa non va. E’ che Rocco Princi, superbo panettiere all’ombra della Madonnina, il luglio dell’anno scorso pensò bene di mettersi in società, nel suo negozio in via Ponte Vetero, con Vincenzo Conticello che non incarna solo la quinta generazione alla guida dell’Antica Focacceria S.Francesco a Palermo, ma anche uno dei pochissimi imprenditori siciliani che si sono ribellati alla mafia, arrivando alla condanna dei suoi estorsori. Da alcuni anni vice così blindato e la società che i due hanno creato, a ridosso di Brera, assume un significato che va oltre l’insegna alimentare.
Folla venerdì all’inaugurazione, assalto ieri con rischio concreto di non avere nulla da offrire a cena perché quella che era un bar-panetteria-tavola calda è diventato anche un ristorante aperto fino a mezzanotte (con brunch domenicale all’arrivo della primavera), per la cena meglio prenotare allo 02.72016067 (regola che vale sempre e ovunque).
Si può perdere la testa per “U panu cà meusa”, il panino con la milza, che a Milano non è certo tradizione, e peccare per i cannoli preparati vista strada, che uno li vede, si stoppa, entra e non uscirebbe più, se non dopo averne gustati cinque o sei. C’è anche il tavolo dell’amicizia, con un grande cristallo che ricopre un’anta della porta in ferro del magazzino della focacceria, danneggiato nei bombardamenti della seconda guerra mondiale e c’è una bella, sana e vibrante atmosfera.
Certo che ormai è riduttivo definire Princi panettiere, è più cose ed è, prima di qualsiasi altra, uno che ama il suo lavoro.

1 commento:

eraclix ha detto...

minchia pitittu..con i meravigliosi vini planeta

"....la piu' bella vittoria l'avremo ottenuta quando le mamme italiane spingeranno i loro figli a giocare al rugby se vorranno che crescano bene, abbiano dei valori, conoscano il rispetto, la disciplina e la capacita' di soffrire. Questo e' uno sport che allena alla vita."

John Kirwan ex allenatore nazionale italiana e giocatore degli All Blacks