martedì 7 aprile 2009

DAI GIORNALI...


L'AQUILA - Dario Pallotta era anche infortunato. E per questo non era andato con la squadra dell’Aquila rugby per la trasferta in Sardegna. Era nella sua casa di piazza san Domenico, centro storico della città. E quando è sceso giù dopo la scossa ha sentito dei lamenti dalla casa di fronte. Tre anziane signore, due con la sedia a rotelle, una anche con la bombola di ossigeno, che non riuscivano a scendere. «Me le sono caricate una alla volta. Non la smettevano di ringraziarmi». Poi l’hanno raggiunto tre compagni di squadra, Stefano Varrella, Carlo Cerasoli e Lorenzo Bottini. E tutti insieme sono andati all’ospedale. Si sono caricati a spalla i venti malati di ortopedia, padiglione che andava sgomberato perché pericolante. Eroi e anche vittime, questi giganti buoni. Lorenzo Sebastiani, un altro giocatore della squadra, è morto sotto le macerie. «Altrimenti ci avrebbe aiutato anche lui»
Lorenzo Salvia06 aprile 2009(ultima modifica: 07 aprile 2009)

4 commenti:

romoletto ha detto...

Un vero uomo.

Elena T. ha detto...

I valori autentici e profondi si dimostrano con le azioni!

eraclix ha detto...

Si è vero..viceversa rimangono aria fritta..politichese.

eraclix ha detto...

Ci si è tenuti aggrappati alla speranza fino all’ultimo. Nella baraonda di notizie che giungevano da L’Aquila ho sperato ogni istante che arrivasse la smentita, che si scoprisse che era stato tutto un malinteso, e che Lorenzo fosse lì, ancora tra noi, con il suo sorriso. Ma il lancio d’agenzia letto ieri in tarda mattinata e la telefonata avuta con Emanuel Giacoponi, suo compagno di squadra e caro amico, non hanno più lasciato spazio alla speranza. Lorenzo Sebastiani, vent’anni, è una delle vittime del terribile terremoto che ha sconvolto l’Italia l’altro ieri. Pilone de L’Aquila Rugby, una delle maggiori promesse della palla ovale italiana, Lorenzo non era solo un fortissimo giocatore, ma era un ragazzo che sapeva farsi volere bene. Per capirlo, basta sentire le voci rotte dal pianto dei suoi compagni, dei suoi amici con cui ha condiviso mille battaglie.

Come Roberto Quartaroli, che è passato dall’euforia dell’esordio al 6 Nazioni alla disperazione per la perdita di un amico vero. “Non è facile parlare di Lorenzo ora, al passato. È uno dei miei migliori amici, siamo cresciuti assieme nelle giovanili de L’Aquila, abbiamo condiviso l’Accademia, era una persona veramente importante per me”. Roberto non cerca parole di circostanza, la tristezza non lo permette, è spontaneo mentre non trattiene le lacrime. “Era generoso e era un pezzo fondamentale del gruppo. Ironico, sempre allegro, era il primo a trovare la battuta giusta per farci ridere. Anche quando eri triste, lui era pronto ad aiutarti. Ricordo quando, raramente, ho litigato con lui. Stavo male e lo cercavo subito”.
Un trascinatore, Lorenzo, e un amico per tutti. Come si legge anche nelle parole di un altro compagno di mille battaglie con la maglia azzurra, Simone Favaro. “Conosco Lorenzo dai raduni dell’under 16. Era una persona che sapeva unire la grinta agonistica alla sua eterna ironia. Era un leader, riusciva a unire il gruppo grazie alla sua simpatia. Aveva una dialettica infallibile, non c’è stata una volta che io sia riuscito ad averla meglio in una gara di prese in giro, lui aveva sempre la risposta pronta”. Difficile pensare a lui ora, e Simone nel ricordarlo mischia passato e presente. “Mi fa strano parlarne al passato ora, avrei preferito usare il presente, ma il destino è stato pessimo con lui e sono sicuro che anche all’altro mondo si presenterà con il suo stile indiscutibile. Metteva passione e gioia in tutto ciò che faceva, in campo e fuori. Per noi non era solo un compagno, era un fratello. E anche se non c’è più, Lorenzo resterà sempre qui con noi”.
Un ricordo cui non vuole sottrarsi neanche Andrea Bacchetti, che ha avuto anche lui modo di conoscere Lorenzo nella lunga trafila delle nazionali juniores. “Ciccio merita un ricordo sia come persona sia come giocatore, un giocatore che quando entrava in campo dava tutto ed era apprezzato da chiunque. Era un ragazzo cui piaceva un sacco ridere e far ridere, anche nei momenti peggiori, magari dopo una sconfitta. E più ci penso e più ci sto male. Vivi fianco a fianco le esperienze più belle, risate e goliardie fatte insieme, la tensione delle partite condivisa giorno dopo giorno, la delusione delle sconfitte. E il giorno dopo insieme si riparte con la voglia di sempre di una nuova avventura, un nuovo obiettivo, un nuovo entusiasmo". Andrea è incontenibile, i ricordi e il dolore si sovrappongono nelle sue parole. "E adesso? Adesso riguardo le cose che ci siamo scambiati al Torneo de l'Aquila quando eravamo ancora più piccoli e adesso io mi sento proprio come allora. Piccolo, piccolo. Senza nessuna voglia di sorridere. Ma come ho conservato questi ricordi fino a oggi, continuerò a tenere con me le tue risate, i tuoi scherzi e tutte le cavolate fatte insieme. Arrivederci in campo Ciccio. Bak”.
E oggi, proprio oggi dove una battuta ironica servirebbe a spezzare questa infinita tristezza, oggi Lorenzo non c'è più.

Commenta » | Trackback (1) | Permalink | Condividi/Email
Tag: Abruzzo, Andrea Bacchetti, L'Aquila, Lorenzo Sebastiani, Roberto Quartaroli, Simone Favaro, terremoto
Pubblicità

Pubblicità
Leggi anche:


Terremoto in Abruzzo: non lasciamo soli i ragazzi del Paganica Rugby! - 08 Apr 2009
Oggi Rugby 1823 resterà in silenzio per ricordare le vittime del terremoto - 07 Apr 2009
Terremoto a L'Aquila: Lorenzo Sebastiani non ce l'ha fatta - 07 Apr 2009
Terremoto a L'Aquila: anche il rugby si mobilita. I giocatori impegnati nelle operazioni di soccorso! - 06 Apr 2009
Pesce d'Aprile - Rugby 1823 manda in tilt la Gazzetta dello Sport - 02 Apr 2009
Trackback
Indirizzo di Trackback per questo post:
http://blog.blogosfere.it/mte/mt-tb.php?tb_id=163728

diggita.it ha detto in I compagni di mille battaglie: "Lorenzo resterà sempre qui con noi":
Ci si è tenuti aggrappati alla speranza fino all’ultimo. Nella baraonda di notizie che giungevano da L’Aquila ho sperato ogni istante che arrivasse la smentita, che si scoprisse che era stato tutto un malinteso, e che Lorenzo fosse lì, ancora tra noi, ...
(duccio fumero rugby 1823 blog)

"....la piu' bella vittoria l'avremo ottenuta quando le mamme italiane spingeranno i loro figli a giocare al rugby se vorranno che crescano bene, abbiano dei valori, conoscano il rispetto, la disciplina e la capacita' di soffrire. Questo e' uno sport che allena alla vita."

John Kirwan ex allenatore nazionale italiana e giocatore degli All Blacks