lunedì 15 giugno 2009

da Libero news


Mussavi è isolato. E ai pasdaran è stato dato l'ordine di disperdere le manifestazioni con le armi. Le notizie arrivano tramite Twitter, postate dai giornalisti che ancora non sono stati bloccati da Ahmadinejad. La Guida suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, ieri sera ha preso da parte l'ex candidato moderato alle presidenziali, Mir Hossein Mussavi, e l'ha gentilmente invitato ad «agire con calma e seguendo le vie legali». «Tutti - ha detto Khamenei a Mussavi - devono mantenere la calma. Anche in elezioni passate è accaduto che vi siano stati candidati non contenti del risultato, ma hanno agito per vie legali. Anche questa volta bisogna procedere così».
Mussavi ha presentato ieri al Consiglio dei Guardiani una richiesta ufficiale di annullamento dei risultati del voto, denunciando gravi brogli. Khamenei ha detto di avere dato personalmente istruzioni al Consiglio dei Guardiani «perchè esamini con precisione i reclami».

Ma intanto dall'Iran, via Bbc-Persia, arriva un appello telefonico del leader dell'opposizione. Ne dà notizia Andrew Sullivan. Questo il testo: "Sono sotto pressione estrema per accettare i risultati delle elezioni. Mi hanno tolto qualsiasi possibilità di parlare con la gente e sono sorvegliato. Chiedo alla gente di restare nelle strade, ma non apporvo la violenza".

Sabato e domenica i sostenitori di Mussavi, che contesta la rielezione nelle elezioni del 12 giugno del presidente Mahmud Ahmadinejad, hanno cercato di manifestare la loro protesta, ma sono stati attaccati dai reparti anti-sommossa dei Pasdaran e da uomini in borghese, non si sa se appartenenti alla polizia o alle milizie dei volontari islamici Basiji. Ieri il capo della polizia, generale Radan, ha detto che almeno 170 persone sono state arrestate. Nulla e' stato detto sul numero dei feriti, mentre le forze di sicurezza impediscono alle televisioni straniere di riprendere le immagini degli incidenti. Due giornalisti della televisione pubblica olandese sono stati espulsi perché filmavano alcuni scontri, mentre due belgi sono stati fermati per un'ora per lo stesso motivo. Anche i responsabili delle televisioni tedesche Zdf e Ard hanno lamentato che ai loro inviati e' stato impedito di lavorare.

L’escalation intanto continua, al punto che i pasdaràn sarebbero stati autorizzati ad aprire il fuoco di fronte ai manifestanti. La notizia è stata data anche dall’inviato della Bbc a Teheran, Jon Leyne. Una voce che già dalle prime ore di questa mattina correva tra gli utenti di Twitter che tramite la rete stanno fornendo nuovi resoconti su quanto sta accadendo in Iran.
È proprio attraverso Twitter che si è appreso che alcuni numeri nel Paese sono stati disattivati. Sempre la Bbc ha fatto sapere che, tentando di contattare alcune fonti, la risposta che arriva dall’altra parte della cornetta suona pressappoco così: “In nome di Allah, questo è l’Iran International Switching Centere: il numero da Lei digitato non esiste”.
Repoters Sans Frontièrs intanto ha comunicato che quattro giornalisti sono stati arrestati dalle autorità iraniane, incluso il vincitore del premio Press freedom nel 2001. Si sono persi i contatti anche con altri dieci inviati che potrebbero essere stati arrestati o che forse si sono nascosti.

Assalto all'università - Secondo l’Associated Press, nella scorsa notte la polizia e la milizia hanno fatto irruzione nel campus dell’univeristà più grande della città, passando al setaccio i dormitory e arrestando decine di studenti che stavano protestando per i brogli elettorali.
Erano almeno 3.000 i ragazzi che si erano dati appuntamento all’università, scandendo in continuazione le parole “Morte al dittatore”. Immediatamente sono intervenuto le forze dell’ordine e non solo, scatenando diversi scontri con il lancio di molotov nei confronti della polizia che ha risposto con lacrimogeni e proiettili di gomma. A darne testimonianza è stato un ragazzo di 25 anni.
A quel punto è cominciata la pioggia di pietre e mattoni, mentre la milizia fedele alla Guardia rivoluzionaria è entrata nei dormitori, prendendo di mira anche i computer e gli altri mezzi tecnologici utilizzati per comunicare con il resto del mondo e tra di loro.
Prima di andarsene sono state portate via le memory card e i software dei pc e alcuni studenti sono finiti in manette.
L’università di Teheran ha fatto da scenario anche agli scontri del 1999 e da sempre è la base dei movimenti che sostengono la campagna di riforme per il Paese.
Iran, l'opposizione in piazza

1 commento:

Romoletto ha detto...

Ma chissà dove sono finiti i difendsori dell'islam che una volta circolvano qui su ovalia, i panarabi che hanno sempre difeso gli arabi dicendo che er colpa d'Israele e degli occidenali.
Chissà xkè non esprimno il loro parere Sigfrido e Marco, che mi ha chiamato in più occasioni razzista, e che chiamano regime e dittatura quella di Berlusconi.

"....la piu' bella vittoria l'avremo ottenuta quando le mamme italiane spingeranno i loro figli a giocare al rugby se vorranno che crescano bene, abbiano dei valori, conoscano il rispetto, la disciplina e la capacita' di soffrire. Questo e' uno sport che allena alla vita."

John Kirwan ex allenatore nazionale italiana e giocatore degli All Blacks