giovedì 4 giugno 2009

RUGBY e MILANO..due miei AMORI


Ho parlato ieri della stagione dell'Amatori Milano. Ora, invece, parliamo dello strano rapporto che c'è tra Milano e il rugby. Città capace di appassionarsi per la nazionale, con i pub pronti a trasmettere il pallone ovale e sempre pieni di tifosi, metropoli al cui interno sono nate e cresciute ben quattro differenti squadre e che, contando anche l’hinterland e la provincia, può garantire un numero di praticanti sicuramente invidiabile. Eppure, una città che non ha mai saputo, veramente, legarsi e innamorarsi del suo rugby.
Schiacciata, come spesso capita alle grandi metropoli italiane, dal peso mediatico e storico del calcio, la palla ovale ha da sempre lottato insieme agli altri, cosiddetti, sport minori per ottenere quella dignità che merita.La storia, con i suoi 18 titoli, non basta però a rendere l’Amatori Milano parte integrante della città. I fatti che accompagnarono la scomparsa della squadra alla fine degli anni ’90 non hanno aiutato, i tanti anni a lottare nelle serie minori non hanno, purtroppo, riavvicinato Milano al suo humus rugbistico. E questo è grave, soprattutto nel momento in cui è evidente che il rugby si sta territorializzando in maniera diversa dal passato, dove, con l’arrivo delle franchigie per la Celtic League e la crisi economica, serve un nuovo input da parte delle grandi realtà metropolitane per rilanciare e spronare il rugby in Italia. Ottenuta la Serie A, confermata in campo e pronta a crescere nell’organico e nella qualità tecnica dei suoi giocatori, ora l’Amatori deve fare un salto di qualità che va al di là delle prestazioni sportive. È, appunto, il rapporto con la città, con le istituzioni, con i milanesi che dev’essere rafforzato e far parte di un progetto concreto e futuribile. Serve porre maggior enfasi sui valori del rugby, sulla qualità di questo sport e serve farlo coinvolgendo il più possibile tutte le realtà cittadine. Le lotte, gli orticelli e i piccoli interessi personali uccidono il rugby a ogni livello, in ogni città o provincia e, a maggior ragione, lo fanno in una metropoli nella quale è difficile emergere.È qui che la società Amatori Milano, ma non solo lei, deve lavorare fin dalle prossime settimane. Creare un progetto che vada al di là della Serie A, che coinvolga professionisti, partner nuovi e affidabili, e sponsor, che faccia crescere la squadra. Perché, nonostante il salto di categoria, l’Amatori Milano è rimasta a livello dirigenziale una squadra di Serie B. Le battaglie e le politiche sono, però, cambiate rispetto a due anni fa e bisogna adattarsi. È qui che il rugby può rinascere a Milano. Se si manca questo obiettivo, allora le vittorie sul campo trovano il tempo che trovano.
(RUGBY 1823 blog)

1 commento:

Romoletto ha detto...

Speriamo che il rugby riesca ad emergere ed ad uscire fuori dal dimenticatoio in cui è cadto opo l'uscita di scena della Mediolanum rugby.
Anche perchè per poter riconquistare un certo valore sportivo in campo europeo l'Italia non può far a meno del rugby

"....la piu' bella vittoria l'avremo ottenuta quando le mamme italiane spingeranno i loro figli a giocare al rugby se vorranno che crescano bene, abbiano dei valori, conoscano il rispetto, la disciplina e la capacita' di soffrire. Questo e' uno sport che allena alla vita."

John Kirwan ex allenatore nazionale italiana e giocatore degli All Blacks