domenica 6 settembre 2009

Il "padano" cricket...



Se qualcuno chiedesse in giro per l'Italia che sport sia il cricket pochi saprebbero rispondere. Eppure anche il cricket vanta come il rugby lo stesso genitore, quell'Inghilterra che l'ha poi esportato in tutte le colonie dove mentre nelle oceaniche ha perso (anche se di misura)la sfida nella passione dei locali con la nostra bislunga, in oriente ha stravinto lo scontro diretto, tanto che india e pakistan sono ormai la patria del gioco.


Bene e se vi dicessi che l'under 15 italiana è diventata campione europea dominando il torneo?!..Ecco come per il "dispiacere di Umberto BOSSI"

Una vittoria con una dedica speciale, al leader della Lega Nord Umberto Bossi. La nazionale italiana under 15 - composta quasi totalmente da figli di immigrati dall'Asia - stravince il campionato europeo di cricket battendo in finale l'Isola di Man 163-59 e Simone Gambino, presidente della Federazione cricket italiana, disciplina associata al Coni, non riesce a frenare l'entusiasmo dedicando ironicamente il successo al Senatur, dopo le polemiche dei giorni scorsi sull'inno nazionale. «È il primo titolo europeo nella storia del cricket italiano - esulta Gambino - quattro anni fa l'Isola di Man ci ha battuto di cento punti. Perché la dedica? Perché questa vittoria dimostra che non è vero che gli extracomunitari danno solo guai, ma danno anche lustro all'Italia. E credo anche che i ragazzi conoscano l'inno di Mameli».All'Europeo, conclusosi ieri e svoltosi nel Bolognese tra i campi di Medicina, Rastignano e San Lazzaro di Savena, hanno partecipato otto nazioni: oltre all'Italia, il Belgio, la Francia, la Germania, Gibilterra, Isola di Man, Israele e Svizzera. Dei 13 azzurrini (ma le squadre in campo sono composte da 11 giocatori) solo uno è italiano al 100% (sardo), gli altri sono tutti figli di emigrati: due sono anglo-italiani, cinque sono bengalesi, due pakistani, due indiani e uno dello Sri-Lanka. «Di questi due, un pakistano e quello dello Sri-Lanka - precisa Gambino - sono già cittadini italiani, gli altri lo saranno nei prossimi anni». Una curiosità: fra i 13 azzurrini il più forte è un sikh indiano di Modovì che gioca a Varese: in campo va senza turbante.Per ironia della sorte gli azzurrini rappresentano nella stragrande maggioranza club padani: delle nove società di appartenenza tre sono di Bologna, due di Milano, una di Trento e una di Venezia. «E tra loro - continua Gambino - parlano più il dialetto che l'italiano...». Proprio dai figli di emigrati arriva dunque un'iniezione di fiducia per il cricket azzurro. «A livello seniores - conclude il presidente - siamo 27/i al mondo su 116. Ma oggi come nel rugby siamo pieni di oriundi. Questi, però, sono tutti figli di emigranti italiani - conclude Gambino - Questo invece è il primo grande risultato dal lato immigratorio».

2 commenti:

Elena T. ha detto...

Queste sono le belle notizie dello sport! E queste sono le notizie che dovremmo e vorremmo leggere più frequentemente. Lo sport come fonte di disciplina e integrazione fra culture, scambio e arricchimento invece di esaltazione fanatica delle diversità e divisione.
Speriamo che questo episodio rappresenti un grande inizio!

eraclix ha detto...

si,hai ragione.. credo che sia la strada giusta.LOa condivisione di regole certe porta a convivere arricchendosi vicendevolmente.

"....la piu' bella vittoria l'avremo ottenuta quando le mamme italiane spingeranno i loro figli a giocare al rugby se vorranno che crescano bene, abbiano dei valori, conoscano il rispetto, la disciplina e la capacita' di soffrire. Questo e' uno sport che allena alla vita."

John Kirwan ex allenatore nazionale italiana e giocatore degli All Blacks