lunedì 21 giugno 2010

fitness e obesità


L’attività sportiva, associata ad un corretto regime alimentare, è il miglior modo per prevenire o arginare lo stato di sovrappeso che, a livelli elevati, è definito obesità e costituisce un grave rischio per la salute dell’individuo.

Si stima che in Italia oltre 4 milioni di individui, fra adulti e bambini, siano in situazioni di obesità. E’ una situazione fortemente debilitante, che espone al rischio di contrarre malattie cardiovascolari e insulino resistenza. Il grave sovrappeso può determinare ipertensione, tendenza alla ritenzione di sodio e ipercolesterolemia.

Individuiamo nella regolare attività fisica, e nel controllo della quota calorica assunta con gli alimenti, la prima e più efficace linea di risoluzione del problema in quanto, solo una piccola percentuale di obesi, ha cause genetiche o disfunzioni metaboliche che determinano il loro sovrappeso.
E’ possibile distinguere due tipi di obesità: androide (tipica del sesso maschile e che, per altro, espone a maggiori rischi) e ginoide (caratteristica del sesso femminile).
Il tessuto adiposo è costituito da cellule bianche e cellule brune.

Le cellule bianche tendono a sostituire le cellule brune con il passare del tempo, possono accumulare più grasso ed hanno la capacità di secernere TNF e citochine.
Le cellule brune sono particolarmente distribuite nei soggetti esposti a basse temperature e nei neonati. Il “grasso bruno” è riccamente vascolarizzato, e si localizza prevalentemente a livello viscerale.

Un’altra caratteristica del tessuto adiposo è la capacità di produrre leptina, una proteina in grado di agire sull’ipotalamo limitando lo stimolo della fame. La sua produzione è proporzionale alla presenza di adipe corporea. Tuttavia, sovente, si instaura una forma di resistenza alla leptina che ne diminuisce drasticamente l’efficacia. Nelle fasi di dimagrimento la produzione di leptina cala e, questo, spiegherebbe in parte l’incremento della fame. Per altro i recettori ipotalamici risultano più sensibili alla sua diminuzione che non al suo aumento.

L’ipotalamo è poi influenzato anche dalla grelina che lo stimola ad aumentare il desiderio di alimentarsi, ed è un proteina particolarmente presente negli individui a dieta ipocalorica.
Questi meccanismi di “difesa” dell’organismo, a parte le implicazioni sociologiche, fanno facilmente comprendere che, un regime dietetico particolarmente restrittivo (diete drastiche), oltre ai potenziali rischi cui espone, è scarsamente sostenibile sul lungo periodo.

Pertanto, la situazione di equilibrio ideale, risiede nella corretta alimentazione (e non nella temporanea sottoalimentazione) associata ad uno stile di vita attivo.

Tratto da: A scuola di fitness, di Pierluigi De Pascalis, Ed. Calzetti Mariucc

1 commento:

Giovanni ha detto...

Ottimo articolo, complimenti!

"....la piu' bella vittoria l'avremo ottenuta quando le mamme italiane spingeranno i loro figli a giocare al rugby se vorranno che crescano bene, abbiano dei valori, conoscano il rispetto, la disciplina e la capacita' di soffrire. Questo e' uno sport che allena alla vita."

John Kirwan ex allenatore nazionale italiana e giocatore degli All Blacks