martedì 28 febbraio 2012

L’angoscia e la paura di Marco Pelizzari. Tra gesti inconsulti e parole da uomo vero

Ricevo e pubblico
Può bastare un brutto gesto a volte, una reazione impulsiva, per cancellare una grande prestazione. A pesare in certi casi non è certo un cartellino rosso e una squalifica che potrebbe pesare sull’andamento dell’intera stagione, ma la drammatica consapevolezza di quanto sarebbe potuto succedere e per fortuna non è stato. 2 mete domenica a Parma contro i Crociati, 2 mete e prestazione da “man of the match” mercoledì a Roma contra il Mogliano, “man of the match” sabato 28 gennaio nella sfida decisiva per la salvezza contro Reggio e meta il 22 gennaio contro L’Aquila nella gara valsa la qualificazione alla finale del Trofeo Eccellenza. Un mese d’oro quello di Marco Pelizzari, che a 26 anni si stava confermando come uno dei migliori terza linea italiani del campionato d’Eccellenza. Un mese di cui andare fieri, se non fosse per quanto è successo domenica a Parma nel finale di una partita tesa e molto combattuta. Placcato al collo dal n.4 dei Crociati Lorenzo Contini, Marco ha avuto un battibecco con lo stesso, reagendo ad un insulto con quello che voleva essere solo uno spintone. Un gesto sconsiderato, che stava per avere delle conseguenza drammatiche e che l’ha portato a rivivere costantemente la scena nelle ultime ore, provando un sincero senso di rimorso e di vergogna per quanto successo. Sentimenti che hanno spinto Pelizzari a raccontarsi pubblicamente e a chiedere scusa a tutti.
«Ero stanco, al termine di una partita davvero tirata, la terza in sette giorni, avevo appena subito fallo e nel sentirmi dare del “figlio di..” ho perso lucidità e non ci ho più visto – racconta Marco – e l’ho colpito platealmente, davanti a tutti e allo stesso arbitro. La mia non vuol certo essere una scusa, ma la mia intenzione era quello di spingerlo, tant’è che non sono partito per dargli un pugno in faccia con il destro, ma una semplice manata di sinistro».
«La sfortuna – continua – è che l’ho colpito tra il mento e il collo, schienandolo. Con Contini a terra privo di sensi, in arresto respiratorio e con le convulsioni, i dottori a tenergli la lingua fuori e praticargli la respirazione bocca a bocca, il pubblico che mi insultava e lo stesso speaker che diceva «Penné cosa aspetti a buttarlo fuori», mi sono sentito come fossi un criminale»
«Ancora peggio mi sono sentito quando tutto si è risolto per il meglio e l’arbitro mi ha chiamato per darmi il cartellino rosso. Ovviamente mi sono subito scusato, non era certo mia intenzione che accadesse tutto questo, ma nel dare la mano al capitano dei Crociati, Mandelli, mi sono sentito dire «da te proprio non me l’aspettavo». Una frase che mi ha davvero colpito e che da allora continua a risuonarmi nella testa».
«Devo ringraziare quanti dopo la partita mi hanno rassicurato, a partire dallo stesso tecnico dei Crociati Cocco Mazzariol, che è entrato nel nostro spogliatoio dicendomi di stare tranquillo, che una reazione può capitare a tutti. La sua ragazza, Rita, che mi ha abbracciato chiedendomi scusa ammettendo di avermi detto dagli spalti le peggio cose. L’arbitro Penné che mi ha mostrato il video, permettendomi di spiegarmi e rassicurandomi sul fatto di aver visto che l’ho colpito con la mano aperto. Massimo Giovanelli e i tutti i giocatori dei Crociati, come Tripodi e Rubini che si sono seduti al tavolo del terzo tempo con me».
«Sul campo sono un giocatore aggressivo, che ci mette davvero l’anima, ma non sono certo il tipo da risse al bar! Non ho mai fatto a botte in campo! Sono uno che si diverte e che ha sempre fatto vanto del fatto di avere molti amici in tutte le altre squadre. L’ultimo cartellino rosso l’ho presso addirittura nell’Under 21».
«Le cronache non hanno dato troppo risalto all’episodio, ma davvero mi dispiace per quello che è successo e vorrei che tutti lo sapessero. Non riesco però a togliermi dalla testa il pensiero che da una spinta che volevo dargli, ho quasi commesso un omicidio! Voglio chiedere scusa soprattutto a quanti erano alla partita, il mio è stato un gesto assolutamente anti sportivo, frutto di una reazione fuori luogo e totalmente sconsiderata. Per fortuna Lorenzo Contini sta bene, mi dispiace però per quello che ho fatto e per il fatto che a vedere una tale scena ci siano state intere famiglie e tanti bambini».
«Mi vergogno, ma spero che questo mio gesto non possa influenzare in alcun modo la scelta di qualche mamma perplessa sul far praticare o meno ai propri figli questo sport.Il rugby per fortuna è un’altra cosa e mai come ora me ne rendo conto».
FONTE: http://ilgrillotalpa.com/

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"....la piu' bella vittoria l'avremo ottenuta quando le mamme italiane spingeranno i loro figli a giocare al rugby se vorranno che crescano bene, abbiano dei valori, conoscano il rispetto, la disciplina e la capacita' di soffrire. Questo e' uno sport che allena alla vita."

John Kirwan ex allenatore nazionale italiana e giocatore degli All Blacks