martedì 21 febbraio 2012

Più facile rinunciare a ciò che Costruisce Futuro e porta interesse invece che combattere malaffare,stipendifici e voti di scambio..

Un paese che andrebbe acceso come una torcia Olimpica.....

A PENE DI SEGUGIO!!..Altro che costi OLIMPICI!

800 milioni l'anno rispetto ai 60 miliardi sono solo 1,33%..bene, recuperando solo il 5% della corruzione e dell'illegalità delle mafie si sarebbero fatte le olimpiadi, le strutture e pure abbattuti i costi delle manovre.."SALVA ITALIA"..GOVERNO, Mennea ed AFFINI..?! FUCK OFF!

Corte dei conti: illegalità e corruzione
costano 60 miliardi l'anno, evasione recordAllarme dei giudici contabili: la dimensione del malaffare superiore a quella venuta alla luce. Nel 2011 inflitte condanne per appena 75 milioni di euro.

  ROMA - E’ l’anniversario di Mani pulite e alla Corte dei conti, chiamata tutti i giorni a contrastare i danni del malaffare pubblico italiano, è normale che si parli soprattutto di corruzione. L’allarme lo lancia il presidente Luigi Giampaolino, aprendo la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario dei magistrati contabili: «Illegalità, corruzione, malaffare sono fenomeni ancora notevolmente presenti nel Paese e le cui dimensioni, presumibilmente, sono di gran lunga superiori a quelle che vengono, spesso faticosamente, alla luce».

Un giudizio durissimo,
tanto più perché espresso in una cerimonia paludata, davanti al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, a quello della Corte costituzionale Alfonso Quaranta, e al ministro della giustizia Paola Severino. Tanto che a fine mattinata i commenti positivi coprivano tutto l’arco costituzionale, dal leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini a Maurizio Paniz del Pdl passando per Nichi Vendola di Sel. Ma incontrando i giornalisti al termine, Giampaolino è ancora più esplicito. La battaglia contro la corruzione è stata persa, ammette: «Bisognava combattere in modo sistemico, mentre in Italia l’approccio è stato solo penalistico, chirurgico, fatto di tagli irrimediabili. Sempre con l’idea di aumentare le pene o inventarsi nuovi reati mentre sarebbe servita una riforma della pubblica amministrazione». Bisognava creare una mobilitazione ampia, diffusa, qualcosa di paragonabile alle lenzuola bianche della lotta alla mafia: «Bisognerebbe fare per la corruzione quello che è stato fatto per la mafia, costruire un momento di lotta».

Nel mettere mano al catalogo del malaffare pubblico, presidente e procuratore generale dei magistrati contabili mettono bene in chiaro che quello che la loro Corte può fare è ancora poco. La relazione del procuratore generale, svolta dal sostituto Maria Teresa Arganelli, spiega che l’entità della corruzione annuale in Italia è stimata in 60 miliardi. Secondo i dati della Commissione europea, l'Italia deterrebbe il 50% dell'intero giro economico della corruzione in Europa anche se, commenta Arganelli, si tratta di un dato «che appare invero esagerato per l'Italia, considerando che il restante 50% si spalmerebbe senza grandi problemi negli altri 26 Paesi dell'Unione Europea». Sia come sia il raffronto col resto del continente, i numeri sono comunque impressionanti. Tra Carabinieri, Guardia di finanza e Agenti forestali (il dato della Polizia di stato è tenuto a parte perché disomogeneo ndr) nel solo 2011 i casi di corruzione sono stati 184, 133 quelli di concussione e 1.160 di abuso d’ufficio. E le persone denunciate sono in tutto 4.064. Eppure, quello che la Corte dei conti riesce a recuperare non è commensurabile ai 60 miliardi trafugati. Nel 2011, i magistrati contabili sono riusciti ad infliggere condanne in primo grado per soli 75 milioni di euro e in appello per altri 15 milioni.

Oltre alla corruzione, la malagestione delle risorse pubbliche si declina in aspetti diversi, tutti costosissimi come costosa è l’intera macchina dello Stato che ogni anno pesa chiede alle finanze italiane 171,1 miliardi solo per il personale dipendente. Nella sanità pubblica i danni erariali del 2011 sono stati oltre un centinaio e la Corte dei conti è riuscita a ottenere risarcimenti complessivamente per 22 milioni di euro a carico di 144 persone fisiche e otto persone giuridiche. L’Italia non fa bella figura neppure quando si parla di frodi sui fondi provenienti dalla Comunità europea. Anche a causa delle sospette frodi - che sospendono i finanziamenti o li accreditano allo stato contribuente - nel 2009 l’Italia ha dato all’Europa 14,4 miliardi di euro, ma ne ha visti tornare in finanziamenti solo 9,1. E a fine 2009 gli importi da recuperare a causa delle frodi erano di 85,2 milioni totali.

In un anno che sarà ricordato «nella storia della finanza pubblica italiana, per la severità della situazione economica e per l’affanno con il quale i governi hanno rincorso i rimedi necessari a fronteggiarla», dice Giampaolino, i problemi sono tanti. Anche l’evasione fiscale: «Per la sola Iva c’è un tax gap (percentuale di tasse che non vengono pagate in tempo ndr) superiore al 36%, di gran lunga il più elevato tra i grandi paesi europei, esclusa la Spagna che arriva al 39%». In mancanza di una stima ufficiale dell’evasione fiscale, le analisi quantificano in almeno 100-120 miliardi le imposte annualmente evase. Bisogna studiare di più, conclude Giampaolino. Non solo gli effetti annunciati, ma l’impatto che le politiche pubbliche «esercitano sulla dinamica delle entrate e delle spese». E anche qui, il penale non basta: «La lotta all’evasione deve essere accompagnata dalla lotta allo sperpero di denaro pubblico»

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"....la piu' bella vittoria l'avremo ottenuta quando le mamme italiane spingeranno i loro figli a giocare al rugby se vorranno che crescano bene, abbiano dei valori, conoscano il rispetto, la disciplina e la capacita' di soffrire. Questo e' uno sport che allena alla vita."

John Kirwan ex allenatore nazionale italiana e giocatore degli All Blacks