martedì 11 ottobre 2011

RUGBY..BACK to school!

Inghilterra fuori! Scozia fuori! Irlanda fuori! I verdetti dei Mondiali di rugby in corso in Nuova Zelanda per gli anglosassoni del Regno Unito sono stati pesantissimi. Solo il Galles è nelle semi finali.
Verdetti che naturalmente impongono agli osservatori delle vicende ovali d’Oltremanica qualche serena ma seria riflessione.
Come quella del cronista John Beattie di BBC che si pone una domanda del tutto uguale a quella che ricorre da noi: “Può il rugby, 'gioco per tutte le forme e dimensioni', con la sua propensione per gli infortuni da contatto diventare davvero il gioco prima scelta in UK, dove sono crescenti l’obesità e l'amore per il calcio?” (bbc.co.uk - "Potrà mail il rugby diventare lo sport numero uno?").

irb-praticanti-rugby

Suona incredibile che lassù si pongano il problema in questi termini.
Vediamo qualche dato. Le Union che partecipano ai Mondiali hanno numeri, in termini di tesserati, assai diversi.

E se questi numeri bastassero a segnare il successo di un movimento e della Nazionale, l’Inghilterra, che vanta più di 2 milioni di praticanti, potrebbe dormire sonni tranquilli a lungo. Nessuna Union si avvicina ai sui numeri infatti. La base è davvero molto ampia, molto più di quelle delle federazioni irlandese (153mila), scozzese (38mila), gallese (50mila)… e italiana (70mila).
L’opinione dell’osservatore della Bbc è che scozzesi e inglesi siano diventati popoli più soft, auto e tv dipendenti, molto più di australiani, sudafricani, kiwi e anche francesi (stranamente notiamo che non cita gil irlandesi).
“In realtà ho ammirazione per i gallesi, gli unici tra i britannici che hanno davvero il rugby come una parte tangibile della loro cultura”.
In Galles il rugby ha una rilevanza assoluta e ha sempre goduto anche del rispetto degli avversari: “Chiedete a qualsiasi giocatore inglese di rugby che cosa volesse dire giocare a rugby contro i club gallesi nei tempi passati: lui vi mostrerà qualche cicatrice”.
Oggi in Inghilterra e in Scozia avere un fiero spirito sportivo, esse magari degli amanti del rugby, è considerato quasi estremo, fa notare Beattie.
Non sappiamo se sia così ma Mark Dodson, il nuovo responsabile della squadra scozzese di rugby, ha obiettivi ambiziosi: ha dichiarato che vuole operare affinché il rugby si sostituisca al calcio come il gioco prescelto per i bambini scozzesi.

Più mini ruggers. Se vuole spodestare il calcio, la base, il mini rugby, dovrebbe espandersi.
Ma il rugby in Scozia è uno sport “emarginato”. Esiste una reazione anti-snob verso il rugby. Non ha un contratto Tv ed è tenuto in vita dalla scuole a pagamento, che Beattie associa alla middle-class, evidentemente quindi impossibilitato ad avere una base più popolare.
“Penso da sempre che gran parte del denaro raccolto per lo sviluppo dello sport è sprecato per colmare il divario creatosi dalla morte dello sport scolastico”.
La ricetta che offre il commentatore della Bbc al suo paese, la Scozia, è investire sugli insegnanti di educazione fisica che già lavorano nelle scuole perché siano anche insegnanti di rugby e creino team scolastici, e anche perché la loro cultura sportiva s’accresca.
“Avete una idea migliore? Come si aiuta il rugby a risalire la china in questo paese?”.

Ci fischiano le orecchie. L’accorato appello di Beattie può interessarci fino ad un certo punto, però non vi fischiano le orecchie?
Se in Scozia esiste un problema di questo tipo, e là il rugby ha certamente una storia ed una cultura più radicate e conosciute, in Italia, ultima arrivata dell’ovale, e dove la cultura sportiva è limitata e assai “calciocentrica”, come possiamo vincere questa sfida?
La FIR lavora per promuovere, regolamentare e sviluppare in Italia il gioco del rugby, attuare programmi di formazione di giocatori e tecnici. Ha inoltre lo scopo di sviluppare l’attività agonistica finalizzata all’attività internazionale.
Promozione del gioco da una parte (allargamento della base dei praticanti in primis), partecipazione alle competizioni fino al 6 Nazioni e ai Mondiali dall'altra.
Il raggiungimento del primo obiettivo è certamente strumentale per il raggiungimento del secondo. Il successo della Nazionale è – a sua volta e di ritorno – molto utile allo sviluppo della notorietà e quindi della base.
Quale delle due finalità sia la più importante possiamo discuterlo però.
Occupandoci di mini rugby possiamo fare diverse considerazioni, ma una su tutte è che non possiamo finalizzare l’attività dei bambini affinché produca quei pochi campioni che servono ai grandi club e alla Nazionale. Ci deve essere una finalità “morale” fine a se stessa: accrescere la conoscenza del rugby e la sua pratica perché lo sport partecipa alla formazione dei nostri ragazzi. Una selezione di loro gareggerà ai massimi livelli ed è opportuno che sia la più ampia possibile ma mai sarà infinità, la maggior parte dei bambini del mini rugby continuerà ad amare e speriamo praticare il rugby senza essere un campione. Molti di loro contiamo che alimentino i club amatoriali, come giocatori, educatori, allenatori, dirigenti, volontari.
Detto questo il passaggio attraverso le scuole pare obbligatorio ma la scuola italiana non si dimostra così organizzata per la pratica sportiva. Ecco che quindi la FIR spinge anche attraverso altri contesti che hanno una loro consolidata organizzazione ed una base di bambini ai quali proporre il rugby. In questo senso gli accordi con il CSI e con il Centro Nazionale Opere Salesiane per lo Sport (accordo che prevede il sostegno per l’avvio della pratica del rugby e la formazione degli operatori tecnici individuati dai responsabili degli oratori e delle scuole salesiane).
Basterà?

FONTE:http://www.minirugby.it/mini-rugby-grande-sport/3883-rugby-back-to-school

Nessun commento:

"....la piu' bella vittoria l'avremo ottenuta quando le mamme italiane spingeranno i loro figli a giocare al rugby se vorranno che crescano bene, abbiano dei valori, conoscano il rispetto, la disciplina e la capacita' di soffrire. Questo e' uno sport che allena alla vita."

John Kirwan ex allenatore nazionale italiana e giocatore degli All Blacks