mercoledì 9 novembre 2011

Papà perdiamo sempre..(sulla mentalità vincente-2^PARTE-)

A chi serve la mentalità vincente?
“Papà perdiamo sempre”.
Quando ci troviamo di fronte ad una affermazione così un po’ di disagio non possiamo non provarlo. Da genitori non è facile rispondere, il coinvolgimento emotivo condiziona.
La mia risposta è questa: “Perché giochi a rugby?”.
Ora rispondere con una domanda può sembrare il tentativo di evitare di rispondere ma credo davvero che le motivazioni dei ragazzi siano fondamentali e che non debbano perderle di vista, anzi, dobbiamo aiutarli a fare leva su di esse.
“Gioco a rugby perché mi piace, mi diverto”.
Questa è la risposta che ottengo sempre. E fino a che sarà così significa che i presupposti sono validi. Di solito a quel punto sottolineo che la vittoria della propria squadra non fa di un giocatore un campione o semplicemente un bravo giocatore, e che la crescita personale, il miglioramento individuale, è un passaggio fondamentale sia per sé che, di conseguenza, per la squadra:
“Se la tua squadra vincesse sempre ma tu non fossi all’altezza? Dai il massimo, migliorati e anche quella partita persa ti sarà servita”.

Sono d’accordo con il fatto che la mentalità vincente la si costruisce con le vittorie. Ma qui stiamo parlando di ragazzi, bambini. Possiamo mettere la vittoria come obiettivo di un iter di crescita, in modo che questa porti ad avere la mentalità vincente?
Il nuovo Ct della Nazionale italiana di rugby, Jacques Brunel, ha iniziato la sua avventura italiana dichiarando che gli Azzurri debbono avere l’ambizione di vincere e con continuità (leggi Brunel accende la fiamma).
Julio Velasco in un suo intervento pubblico racconta: “Quando nel 1989 ho cominciato a lavorare con la nazionale, che veniva da una serie di sconfitte, per prima cosa ho dovuto individuare quale era il punto di riferimento come qualità, ossia quale era l'obiettivo. Dove volevamo arrivare? Dovevamo passare da noni a sesti, o quinti? Questo punto di riferimento determinava tutto il resto, e noi ne abbiamo scelto uno molto alto: arrivare ad essere nei primi due anni tra le quattro squadre più forti del mondo e in quattro anni tra le prime due”.

Ma Brunel e Velasco sono due top coach che allenano adulti, e di una specie particolare, quella dei campioni o aspiranti tali.
Quindi quale obiettivo si pone il club sportivo e l’allenatore quando accoglie i nostri bambini? La vittoria?
Credo che sarebbe un modo troppo elementare di intendere la pratica sportiva. Infatti se l’obiettivo è la crescita attraverso lo sport, il percorso di crescita passa per il raggiungimento di diversi obiettivi parziali, dove “l’impegno per” e anche le sconfitte sono passaggi essenziali per giungere alla migliore stima di sé, qualunque sia il massimo obiettivo effettivamente raggiungibile da ogni singolo bambino. Cosa questa che dovrebbe essere ben considerata da ogni allenatore a cui più delle coppe che può mettere in bacheca, stia a cuore davvero ogni singolo bambino, dal più dotato a quello più impacciato che forse se schierato nella Finalissima Under 8 del Topolino, gli metterà a rischio la partita.

Ai risultati ci si arriva per piccoli passi e piccoli obiettivi. Ogni piccolo miglioramento permetterà ai bambini di immettere nuova fiducia nei propri mezzi e raggiungere la piena consapevolezza delle proprie capacità.
Il raggiungimento del risultato sportivo è allora uno degli obiettivi, e formulare un set di obiettivi più ampi e comunque di crescita è anche il modo di evitare di creare mere illusioni in piccoli atleti che non sono ancora preparati per soppesare le delusioni della vita.

FONTE:http://www.minirugby.it/mini-rugby-grande-sport/3950-papa-perdiamo-sempre-o-della-mentalita-vincente

Nessun commento:

"....la piu' bella vittoria l'avremo ottenuta quando le mamme italiane spingeranno i loro figli a giocare al rugby se vorranno che crescano bene, abbiano dei valori, conoscano il rispetto, la disciplina e la capacita' di soffrire. Questo e' uno sport che allena alla vita."

John Kirwan ex allenatore nazionale italiana e giocatore degli All Blacks