giovedì 2 ottobre 2008

che palle di campionato...



Scarso pubblico, poche fasi , orari sbagliati(ma perchè non giocare alle 20:30 facendo di ogni partita una festa del rugby?),Groupama Super10 mostra già la sua scarsa qualità. Ora tocca a Dondi, il presidentissimo dal plebiscito bulgaro rilanciare un torneo inutile per tutti.
Già alla terza giornata il massimo campionato presenta una classifica molto omogenea con i pronostici. Ai primi cinque posti figurano le favorite della vigilia, con l’ Overmach Cariparma meritatamente capolista per aver mostrato il rugby migliore. Una iniezione di bel gioco in un campionato per il resto molto lontano dagli standard europei.
Prendete il ct Nick Mallett, per esempio, che continua, giustamente, ad invocare le Selezioni.
Dopo aver assistito a Capitolina-Calvisano al Flaminio l’ha definita uno spettacolo di “poor rugby”, preoccupato per i suoi azzurri e salvando solo la prestazione di Zanni.
E come dargli torto.
Il livello medio delle partite dell’orticello italico stenta a crescere inibendo lo sviluppo tecnico dei giocatori e, del resto, l’addio ai diritti televisivi da parte di Sky ne è stato un segnale.
A proposito, il trattamento riservato da Rai Sport Più è nella migliore tradizione della tv di Stato.
Qualità di immagini e regia e commenti da neofiti, già alla terza giornata è saltata la doppia diretta, peraltro annunciata in settimana.
Se ci aggiungiamo qualche arbitraggio approssimativo qui e là il quadro generale può solo migliorare.
Per il presidente Dondi, appena acclamato al suo quarto mandato, l’agenda sembra già scritta.

3 commenti:

kosovaro ha detto...

tutto vero, vanno bene anche le proposte concrete.
però...forse sono un romantico, comunque penso che lo scorso anno la selezione di una nazione con una federazione a dir poco latitante, con giocatori sparsi a tutte le latitudini (e anche longitudini) della terra, in un paese dove il campionato è praticamente dilettantistico, dove la sua rappresentativa, per assurdo, rende molto meglio quando gioca in trasferta che in casa (perchè le leggi del professionismo permettono ai club di appartenenza di porre il veto alle convocazioni nazionali), una squadra che si chiama argentina, è arrivata terza ai mondiali e meritatamente, pur non esprimendo il gioco "globale" degli all blacks, che di nuovo non sono riusciti ad andare al di là dei quarti...
perchè nel rugby - al di là dell'organizzazione, delle potenzialità e delle strutture a disposizione - conta il cuore!
adesso, in italia, stiamo vivendo un periodo dove vi sono molti soldi da investire nel rugby ed io penso che, per il momento, forse dovremo accontentarci di un campionato modesto, di rappresentative che in campo europeo non figurano bene, però di varare un vero progetto che sviluppi il rugby e diffonda la sua mentalità a livello giovanile e allargare il movimento perchè, è noto, viviamo in un paese monopolizzato dal calcio.
penso questo perchè seguo il rugby da quando non esisteva il professionismo e, nonostante ciò, a livello di rappresentativa nazionale, avevamo conseguito risultati anche più prestigiosi di quelli recenti (come dimenticare le vittorie in casa dei francesi o con gli scozzesi?).
senza tener conto che oggi, pur di mantenere la selezione ad alti livelli, non si fa scrupolo di tesserare giocatori che non parlano nemmeno l'italiano.
detto questo, non pretendo di essere il depositario della ricetta perfetta per il progresso di questo sport, però, ribadisco, punterei molto sulle giovanili, fin dalla under 6.
il problema è: c'è volontà in italia per promuovere il gioco del rugby ed i valori in esso insiti, oppure si mira ad un becero professionismo dove l'imprenditorietà è il "must"?
vi sono le pesone per poter progettare ed attuare quanto esposto?
per quello che mi riguarda, cercherò di fare il possibile nel mio piccolo, del resto, non posso sentirmi responsabile di competenze altrui.
ciao a tutti e scusate la prolissità.

Anonimo ha detto...

Caro il mio kosovaro becero il professionismo non lo è perchè ha reso il nostro lo spettacolo che è con nazioni le più disparate a contendersi l organizzazione del mondiale 2011 2015 mentre prima rimbalzavamo dall inghilterra all australia senza soluzione.L'argentina poi in casa sua ha un movimento MOSTRUOSO!!! con livelli incredibili di patrtecipanti in termini numerici e qualitativi perchè si è lavorato molto sulla qualità e non solo sul numero di tesserati cosa che invece si sta facendo in italia.
Il cuore non basta l'argntina è divenuta la terza forza perchè i suoi giocatori militano in francia o in premier cioè nell università del rugby. Non si puo competere invece con l abitudine alla frequenza della scuola elementare (quello che accade ai giovani italiani anche provenienti dall'accademia)livello espresso dal nostro infimo campionato.
Lo scarso publico è figlio del dilettantismo il professionismo anche manageriale crea attenzione e curiosità..SEI TROPPO COMUNISTA!!!ah,ah,ah,ah,ah,ah...ovviamente scherzo
by eraclix

kosovaro ha detto...

becero = volgare, rozzo (dal diz. ital.).
il professionismo lo è:
lo sport in generale, per definizione, non può e non dovrebbe essere professionistico.
per la precisione, poi, sono più che comunista, sono per il bene della terra e di tutti coloro che la abitano.
chiamami pure sognatore, che tra l'altro è meglio di fancazzista!
poi non ti si capisce bene, dici che in italia il livello è infimo, però il professionismo ci porta a candidarci per un evento mondiale...allora siamo bravi o no?
...non dimenticare che anche il vaticano potrebbe proporre, magari in partner-ship con s.marino e montecarlo, una manifestazione a livello mondiale, quanto poi ad attuarlo...
senza contare che, quando in italia si organizzano questi eventi, finisce sempre che i preventivi sono 10 o 20 volte inferiori alle cifre che poi si impiegheranno, chissà perchè!
in ultima analisi, che fonti hai del cosidetto "movimento mostruoso" che ci sarebbe in argentina?
le mie parlano di una situazione piuttosto desolata...
vabbè, ti voglio bene e ti saluto.
a presto.

"....la piu' bella vittoria l'avremo ottenuta quando le mamme italiane spingeranno i loro figli a giocare al rugby se vorranno che crescano bene, abbiano dei valori, conoscano il rispetto, la disciplina e la capacita' di soffrire. Questo e' uno sport che allena alla vita."

John Kirwan ex allenatore nazionale italiana e giocatore degli All Blacks